SBK Gara 1: Checa batte un Melandri al top, Gara 2 Checa: "stavo spingendo forte, troppo"



E' stata un'altra grande gara con un Carlos Checa che ha messo in campo tutto il suo feeling con il circuito di Miller (e con la Ducati) per battere un irriducibile Marco Melandri che ha conquistato un meritatissimo secondo posto. Completa il podio Max Biaggi che ha duellato con successo con Jonathan Rea.
 
MELANDRI VA IN TESTA - I primi nello schieramento partono tutti con la mescola B. Al via è velocissimo Tom Sykes che va in testa seguito da Checa e Melandri. Biaggi è settimo davanti a Giugliano. Le quattro cilindri sfruttano in pieno il lungo rettilineo di Miller e prima Melandri, poi Rea superano il campione del mondo in carica ma lo spagnolo passa a sua volta il britannico e recupera la terza posizione. Il doppio sorpasso si ripete per qualche giro. Biaggi recupera ma al quarto giro va leggermente lungo alla staccata alla fine del rettilineo.
Checa è scatenato e sfrutta tutte le curve per stare insieme a Melandri che è in testa alla gara. Il ravennate fa la sua strada mentre alle sue spalle Checa, Rea e Biaggi non si risparmiano e lottano per la seconda posizione. Esce di scena Canepa (caduto).

CHECA ALL'ATTACCO - All'ottavo giro Checa decide che non è il caso di continuare a duellare e con un sorpasso da manuale supera Melandri e va in testa cercando di guadagnare metri preziosi per neutralizzare il rettilineo. Lo spagnolo passa sul traguardo con oltre mezzo secondo di vantaggio sul ravennate che ha altrettanto su Rea e Biaggi. Sykes scivola in sesta posizione, mentre cade Hopkins.
Checa aumenta costantemente il proprio vantaggio su Melandri che non è raggiunto da Rea e Biaggi in lotta tra loro.
A metà gara il margine di Carlos sulla BMW è di un secondo, mentre Rea e Biaggi accusano un distacco di oltre due secondi. Gli altri sono lontani. Indietro Michel Fabrizio sta lottando con Haslam e Davies per l'ottava posizione.

BIAGGI IN RIMONTA - Il campione del mondo 2011 sembra in grado di gestire il suo vantaggio, anche se una sbandata fa temere della tenuta degli pneumatici della sua Ducati. Nel frattempo Biaggi supera Rea e si scatena all'inseguimento di Melandri, mentre il britannico non riesce a tenere il ritmo del Corsaro.
Il ravennate, dal canto suo, non molla e guadagna qualche decimo giro su giro su Checa che sta amministrando il proprio vantaggio ma Melandri forza ancora e si avvicina pericolosamente allo spagnolo. A questo punto Biaggi si accontenta della terza posizione controllando Rea.
Carlos riprende a girare forte e guadagna un paio di decimi. Jonathan Rea si rifà sotto a Biaggi che sembra in grado di gestire il suo terzo posto.
Le gomme consigliano ai primi due una condotta (relativamente) prudente e vince Checa davanti a Melandro, mentre Biaggi ha ragione di Rea, conquistando il terzo gradino del podio. Nella top ten finisce anche Michel Fabrizio, nono, mentre Leon Haslam ha tolto il decimo posto all'ultimo giro a Davide Giugliano.

Carlos Checa aveva in mano il jolly per riportare la Ducati vicina al capoclassifica Biaggi ma l'ha sfruttato a metà portando a casa una strepitosa vittoria (la 24° in carriera) e una rovinosa caduta, la terza in undici corse. Carlito adesso è a -30 punti da Max e il prossimo round a Misano, altro tracciato pro-Ducati, ha già il sapore dell'ultima spiaggia.
“Al Miller Park mi sono sempre sentito a mio agio e vincere di nuovo su questo tracciato (cinque volte in dodici gare, ndr) è stato fantastico. Non è stata una vittoria facile perchè Melandri spingeva forte e non ho potuto rilassarmi un attimo.”
Già, la Ducati ha accusato ben 19 km/h in rettilineo dalla BMW...
“Avevo un buon feeling con la gomma che abbiamo scelto ed ho potuto fare una bella gara. Ho dovuto fare di tutto nelle curve perche’ sul rettilineo perdevo davvero tanto rispetto ai 4 cilindri ma ce l’abbiamo fatta".
In gara due non era meglio prenderla con più calma?
"Stavo spingendo forte in quanto avevo fiducia nella moto e nella gomma ma evidentemente ho spinto un po’ troppo, e mi si e’ chiuso lo sterzo. Sono tornato in pista ma non c’era niente da fare, avevo perso troppo tempo ormai".
Fonte: gpone.com

Prima era un Monster ora..." Erky"








































Giordano loi
“ERKY”
Il pensiero di reinterpretare un’icona come il Monster mi solleticava da tempo. In Ducati, all’idea di rinnovare il loro modello più venduto ed intramontabile devono avere sudato freddo … come si fa a rinnovare senza cambiare una virgola? Chi compra un Monster , vuole un monster! Una moto nuda, semplice ed essenziale nelle sue forme, dove ogni esercizio di stile avrebbe fatto a pugni con l’identità stessa che contraddistingue questo modello. Io non avendo pressioni di ogni genere, se non quelle dettate dal mio buon senso, ho creduto doveroso tenere come idea di base la moto nuda, semplice, evitando però di cadere nella caricatura. Il nome stesso “Monster Evo” per me, strizza troppo l’occhio al marketing, credo sia più ragionevole dare un nome diverso ad un figlio, che autocelebrarsi con L’appellativo Jr … tenere la sostanza acquisendo una nuova identità. Nasce quindi il progetto Erky.
L'Erky è il mostro per antonomasia, nella lingua Dorgalese ... ma vi è un precedente storico, negli anni 70 un noto fabbro del mio paese creò un'opera in ferro che sconvolse l’opinione pubblica per le sue proporzioni gigantesche e per la quantità di ingranaggi che prendevano vita al movimento di una leva… incutendo timore e rispetto allo stesso tempo. L’ imprinting nell’immaginario collettivo è vivo ancora oggi e il pensiero di rendere omaggio ad un artista defunto prematuramente mi sembrava cosa buona e giusta.
Lo scheletro su cui modellare la muscolatura è quello di un Monster s4r, un modello che mi piaceva sia per via del monobraccio in traliccio che per la giusta dose di cavalli.
Sin dai disegni preparatori ho capito che alcuni componenti vitali, come la batteria potevano essere spostati per poter lasciare spazio alla benzina, oltre che far alloggiare senza problemi la pompa benzina e relativa flangia in ergal del 999. La batteria è stata quindi spostata sotto la sella creando un supporto in acciaio inox, la soluzione ha giovato anche per quanto riguarda la distribuzione dei pesi, centralizzandoli, il regolatore di tensione è ora ancorato inferiormente e può raffreddarsi meglio. Ho eliminato il compensatore per i vapori dell’olio dotando il blocco motore di una nuova valvola di sfiato accompagnata da un filtro a cono bmc.
Sempre alla ricerca del massimo spazio disponibile sopra il cilindro verticale ho costruito una nuova staffa per ospitare la centralina e relativi componenti ausiliari.
Una caratteristica che doveva contraddistinguere il mio serbatoio, consisteva nel lasciare a vista il filtro aria bmc, una soluzione che prevedeva quindi una presa d’aria triangolare da disporre centralmente. Questo elemento distintivo avrebbe poi enfatizzato il suono di aspirazione a scapito però dell’incolumità del motore se fosse stato abbandonato sotto un getto d’acqua … ma si sa che le cose preziose non si lasciano incustodite … tuttavia non mi preoccupava avendola già sperimentata sull’Astore supertwin, quando era ancora dotato dei carburatori keihin, esaltante dal punto di vista del sound e neanche tanto impegnativa per controindicazioni.
Formalmente il serbatoio si può riassumere con la raggiatura centrale che richiama il profilo di quello del monster, assieme al raccordo con la sella, comoda ma forse eccessivamente larga, dalla mediana in poi ho tenuto un profilo stretto come la sella per poi allargarsi come se vi fossero i muscoli dorsali che incastonano il foro di aspirazione. Le gambe del pilota hanno poi lasciato l’impronta sulla fascia centrale, un segno che caratterizza molto la vista laterale alla pari delle scalfature con la fibra di carbonio a vista.
Il retrotreno è caratterizzato dalla sella originale rimodellata asportando la porzione del passeggero, così come il telaio stesso è stato tagliato all’altezza dei maniglioni, il suo andamento particolarmente orizzontale limitava notevolmente la percezione del dinamismo. Una volta saldato al T.I.G un nuovo traversino per chiudere la struttura ho disegnato un nuovo telaietto minimale da imbullonare al telaio,relegando ad esso il ruolo di supporto targa e scarico.
Mantenendo la sella originale e dovendo contenere gli ingombri la forma stessa della coda mi sembrava quasi obbligata, una sorta di pinna di squalo, arcuata e semplicissima nello sviluppo dei piani, con l’unico vezzo da ricercare nel solco che ospita parte del gruppo ottico posteriore, che tuttavia caratterizza, nel suo spezzare la linea teorica, un segno forte.
In fine ho sostituito il faro originale con quello del Monster Evo, più consono alla linea del mezzo, anche se qualche disegno per il gruppo ottico lo avrei … ma si sa che un elemento del genere è un po’ difficile da realizzare nel proprio garage…
Gli stampi per trasformare un Monster in un Erky sono già pronti, se volete sapere come tuona un Erky provate a cercarmi!

Il Ducati Team chiude la seconda giornata di test al Mugello


Il secondo ed ultimo giorno di test al Mugello per i due piloti del Ducati Team è iniziato e finito con il sole, permettendo ad entrambi di lavorare intensamente per l’intera giornata con una pausa solo nell’ora più calda.

Valentino Rossi e Nicky Hayden hanno completato infatti rispettivamente ben 76 ed 81 giri, provando diverse configurazioni di motore, di elettronica e di ciclistica tra le quali un nuovo forcellone in alluminio.
 
I prossimi test per i due piloti del Ducati Team sono previsti il 4 giugno a Barcellona, il lunedì dopo il prossimo Gran Premio, ed il 6 giugno ad Aragon per il recupero della giornata persa per maltempo in Portogallo.
 
“E’ stata una sessione che definirei molto utile perché siamo riusciti a avere delle indicazioni importanti sulle diverse aree della moto per le quali avevamo programmato un corposo programma di test,” ha commentato Filippo Preziosi. “Abbiamo lavorato su diverse configurazioni di elettronica, del motore e ciclistica, tra le quali un forcellone in alluminio. Adesso vogliamo confermare su altre piste, e lo faremo appunto a Barcellona ed Aragon di qui a pochi giorni, la validità delle soluzioni trovate per capire se abbiamo effettivamente fatto un piccolo passo nella direzione giusta”.
Fonte: ducati.it

Test MotoGP: Test al Mugello con Rossi e Hayden


Nuovo forcellone in alluminio, dalle ultime notizie trapelate via twitter sembra che il lavoro proceda alla grande.