Troy Bayliss (Taree, 30 marzo 1969) è un ex motociclista australiano, campione mondiale Superbike nel 2001, 2006 e 2008. Oltre ad i successi nel mondiale superbike ha vinto una volta il campionato britannico Superbike nel 1999. Visti la carriera ed i risultati il suo nome è associato a quello della Ducati. All'età di 10 anni inizia a cimentarsi con le gare motociclistiche, di motocross e dirt track, che poi abbandona perché non riesce ad emergere e non ha soldi per continuare a gareggiare. Inizia dunque a lavorare e trova posto come carrozziere, specializzandosi nella verniciatura a spray (da qui deriva il soprannome "il carrozziere"). Nel 1992, a 23 anni, riesce finalmente a ritornare nel mondo delle competizioni iscrivendosi nel campionato 250SP australiano e a passare nella classe 600 l'anno successivo. Nel 1994 partecipa alla sua seconda stagione del campionato australiano 600 si classifica sesto, l'anno successivo addirittura quarto, quest'ennesimo ottimo risultato lo proietta in sella alla squadra ufficiale Kawasaki Superbike che nel 1996 gli permette di terminare al terzo posto il campionato. Nel 1997, all'età di 28 anni, le sue capacità si manifestano a livello mondiale, passato alla Suzuki Australia, partecipa come wild-card alla tappa del Mondiale Superbike a Phillip Island, classificandosi 5° in entrambe le gare. A fine stagione viene selezionato per sostituire un pilota infortunato nel team Suzuki 250 al Gran Premio d'Australia, dove lotta per il podio ma termina al sesto posto ottenendo 10 punti iridati. Queste prestazioni attirano l'attenzione del team britannico GSE Ducati, che gli offre la possibilità di correre nel Campionato Britannico Superbike, Bayliss accetta e si trasferisce in Inghilterra. Nel 1998 alla sua prima stagione prende confidenza con le piste e la nuova moto e termina ottavo in classifica, ma nella seconda stagione è l'assoluto dominatore del campionato inglese, con 6 vittorie e 14 piazzamenti sul podio si laurea Campione Britannico Superbike 1999. Per la stagione 2000 la Ducati decide di promuoverlo e lo manda negli Stati Uniti, a prender parte al Campionato americano Superbike in sella allo storico team Ducati Vance & Hines. La nuova avventura americana inizia nel miglior dei modi per Bayliss, che guadagna subito la pole position nel primo appuntamento della stagione, la prestigiosa 200 Miglia di Daytona, anche se poi in gara è costretto al ritiro mentre era in testa. Nella stessa annata nel mondiale Superbike, sul circuito di Phillip Island, il 4 volte campione del mondo SBK e pilota di punta del team Ducati Infostrada Carl Fogarty incappa in un terribile incidente (dopo avere urtato in gara 2 il pilota austriaco Robert Ulm), che in seguito lo porterà al ritiro dalle corse. Bayliss viene immediatamente chiamato dalla squadra ufficiale Ducati Corse (capitanata da Paolo Ciabatti e dall'ex pilota e team manager Davide Tardozzi) per sostituire il britannico. L'australiano esordisce una settimana dopo a Sugo, in Giappone, ma le cose non vanno bene: in gara 1 cade alla prima curva subito dopo la partenza, mentre in gara 2 cade, sempre alla prima curva, dopo un contatto con il compagno di squadra, l'americano Ben Bostrom. Dopo la brutta prova, l'australiano viene rimandato in America e sostituito a sua volta, per la successiva gara di Donington, da Luca Cadalora, ma neanche il pilota italiano, protagonista di due gare anonime, riesce a soddisfare le aspettative della squadra, così per la seguente gara di Monza la Ducati decide di dare una seconda possibilità a Bayliss.
Pur non vincendo, l'australiano a Monza lascia il segno grazie ad uno fra i più grandi sorpassi che si possano ricordare nella storia del motociclismo, sul rettilineo d'arrivo transita al 4° posto, davanti ha Edwards, Chili, Yanagawa e, prima della staccata, anche Haga (che gli era alle spalle) lo sopravanza, alla prima variante (dopo un rettilineo da 300 km/h) compie un sorpasso che resterà negli annali: con una incredibile staccata Bayliss supera tutti e nello spazio di una curva passa dal 5° al 1° posto. Conclude sia gara 1 che gara 2 al quarto posto, ma la sua condotta di gara gli vale la conferma ed un ingaggio nel mondiale per tutta la stagione, venendo designato di fatto, sostituto di Fogarty. Al termine della stagione si posiziona sesto in classifica generale (pur avendo saltato 6 prove del mondiale), ottenendo ben 9 podi e 2 vittorie (ad Hockenheim e a Brands Hatch). Nel 2001 sempre in sella alla Ducati 996 R del team Ducati Infostrada, si laurea campione del mondo, salendo ben 15 volte sul podio, ottenendo la matematica certezza del titolo mondiale addirittura prima del termine della stagione. Ad Imola, ultimo gran premio stagionale, si presenta già da campione del mondo, però in gara-1 cade rompendosi la clavicola (mentre era in bagarre con l'Aprilia RSV 1000 di Regis Laconi) e non potrà festeggiare il finale di stagione nel miglior dei modi. Nel 2002 ancora più incisivo della stagione precedente, nei primi 3 round si aggiudica 6 manche, un bottino pieno, dove lui e la 998 F 02 non lasciano spazio ad altri piloti, fino a che Edwards con la Honda VTR 1000 SP2, riapre la lotta per il titolo mondiale. Dal Gran premio di Laguna Seca Edwards inizia una lunga serie di vittorie consecutive, 9 per precisione, e Bayliss pur avendo un buon margine di vantaggio incappa in una caduta in gara due ad Assen, mentre il rivale effettua il sorpasso nella classifica generale. Come se non bastasse Bayliss incappa anche in un incidente in qualifica a Brands Hatch con il compagno di squadra Ruben Xaus. A Imola davanti a 100.000 persone, all'ultimo round, Bayliss ha 1 punto di svantaggio su Edwards. I due danno vita ad una lotta serratissima che porta questa gara ad essere una tra più belle che il campionato ricordi. Edwards forte della sua classe e sicuro della sua moto vince entrambe le manche e si laurea campione del mondo per la seconda volta, ed a Bayliss non resta altro che accontentarsi del secondo posto. Nel 2003 esordisce in MotoGP sempre con la Ducati, la moto è la Desmosedici GP3, un V4 a L da 989 cm/C, affiancato dall'espertissimo pilota italiano Loris Capirossi. Si presenta alla prima gara a Suzuka classificandosi quinto in gara, in tutta la stagione raccoglie tre podi ed a fine campionato si posiziona sesto nella classifica generale piloti. Nel 2004 nuova stagione e nuova moto, la Desmosedici in versione GP4 si presenta completamente rinnovata, ma l'innovazione portata da Ducati non ottiene i risultati sperati per gran parte della stagione. L'australiano fatica in ogni pista, anche a Phillip Island, solo a Valencia, ultima gara stagionale, guadagna il suo unico podio in rimonta, ma perde comunque il posto in sella alla moto di Borgo Panigale, sostituito, per l'anno successivo, da Carlos Checa. Chiude 14esimo assoluto in un campionato vinto ancora da Valentino Rossi. Troy Bayliss nel 2005 nella sua ultima stagione in MotoGP cambia moto passando alla in Honda RC211V 5 cilindri del Team Pons. Lo scarso feeling con la moto non lo porterà mai a conquistare buoni risultati, inoltre a tre gare dal termine si infortuna al polso in allenamento, rompendolo in più punti e abbandonando la stagione prima del termine del campionato. Per lui il miglior risultato è un 5° posto nel GP degli Stati Uniti concludendo 15esimo nella graduatoria finale. Nel 2006 Davide Tardozzi, suo ex team manager, riesce a riportarlo nel mondiale SBK, nella squadra dove ha già vinto il mondiale. La nuova moto, la 999, è già stata campione del mondo 2003 e 2004 sia marche che piloti, con Hodgson prima e Toseland poi, ma nel 2005 soffre la velocità e la potenza delle rivali giapponesi a 4 cilindri (in virtù anche del fatto che in quest'anno vengono ridotte le limitazioni agli airbox delle 4 cilindri), in modo particolare Suzuki e Yamaha. Bayliss da quella marcia in più alla 999 F06 che gli permette di conquistare in modo apparentemente agevole il suo secondo titolo mondiale con tre gare d'anticipo. Con il mondiale ormai in tasca, a fine stagione si trova a dover sostituire per la terza volta in carriera un pilota infortunato, Sete Gibernau, pilota ufficiale Ducati MotoGP, nell'ultima gara del campionato a Valencia. Bayliss all'inizio non voleva neanche partecipare, dato che considerava ormai conclusa la sua esperienza in MotoGP, ma alla fine, anche per riconoscenza verso la Ducati, accetta. Il titolo di campione del mondo MotoGP è ancora da assegnare, e vede la lotta fra Valentino Rossi con la Yamaha M1 e Nicky Hayden con la Honda RC211V. Bayliss fin dalle prove del venerdì mattina è veloce, conquista il secondo posto in griglia e vince la gara (davanti al suo vicino di casa Loris Capirossi, che non tenterà l'attacco perché, visto il piazzamento di Marco Melandri, è già sicuro del terzo posto finale in classifica generale), nello stupore generale. La vittoria fu una vera impresa in quanto l'australiano non guidava una MotoGP da quando aveva lasciato la categoria due anni prima, ed inoltre era alla sua prima uscita assoluta con le gomme Bridgestone.
Bayliss è diventato così il primo pilota nella storia del motociclismo a vincere almeno una gara sia in MotoGP che nel mondiale Superbike nella stessa stagione, ed il primo ed unico campione del mondo SBK a trionfare in MotoGP. Nel 2007 corre da campione del mondo, ma sempre con il numero 21 sul cupolino: l'ultima volta con il numero 1 di campione ha perso il mondiale per appena 11 punti (vincendo 3 gare in più del campione del mondo 2000 Edwards in sella alla Honda VTR). La 999F07 (poco aggiornata rispetto alla F06 dal reparto corse in quanto già al lavoro sulla 1098 F08) non ha la potenza delle 1000 giapponesi e Bayliss in alcune occasioni fatica per tenere il passo dei rivali. Lotta comunque per tutto il campionato dimostrando di essere competitivo, ma una caduta a Donington gli pregiudica la stagione, dato che dovrà saltare entrambe le manche dell'appuntamento inglese. A seguito della caduta riporta una profonda ferita al mignolo della mano destra, e per essere in pista già dalla gara successiva decide di farsi amputare la falange menomata. La stagione prosegue a buoni livelli, Bayliss riesce a vincere sei manche e conquista cinque podi. Alla fine del campionato si classifica quarto, dietro a Biaggi, Haga e Toseland, che si laurea campione del mondo per la seconda volta con 43 punti di vantaggio sul pilota australiano della Ducati. Nel 2008, ha annunciato che questo sarà il suo ultimo anno di corse, l’ultima possibilità di aggiudicarsi il terzo titolo superbike e l’unica chance per ottenere questo primato in sella a tre Ducati di diversa generazione. È proprio della casa di Borgo Panigale la grande novità dell’anno, con l’avvento della nuova 1098R in sostituzione della 999 che viene affidata nel team ufficiale Ducati Xerox all’australiano ed al suo nuovo compagno di squadra Michel Fabrizio. Nella prima gara a Doha la pole position va a Troy Corser, mentre Bayliss si deve accontentare di un settimo tempo. In Gara-1, dopo un duello con Biaggi che si risolve solo alla penultima curva, vince la prima gara sulla nuova Ducati. In Gara-2 giunge quarto ed è protagonista di un contatto col compagno di squadra Michel Fabrizio. Il secondo appuntamento si tiene in Australia e nonostante un incidente si aggiudica la pole position. In Gara 1, fermata e poi ripresa, conquista la vittoria; stessa cosa nella successiva Gara 2. Dopo un mese di pausa si torna in pista a Valencia, gara uno vede Bayliss classificarsi secondo alle spalle dell'ex compagno di squadra Lanzi; stessa posizione, ma alle spalle del giapponese Haga anche nella seconda manche. Al successivo gran premio, in Olanda, il pilota del team Ducati Xerox vince entrambe le manche, come già accaduto in Australia. L’appuntamento successivo si tiene sulla storica pista di Monza: dopo la pole position l’australiano si classifica terzo nella prima manche e si ritira nella seconda. Registra un doppio ritiro anche nella prova disputata negli Stati Uniti d'America, sul nuovo circuito statunitense di Miller. Al Nurburgring conquista un secondo e un quarto posto. In Italia, a Misano Adriatico, due terzi posti con Neukirchner che si trova ad una quarantina di punti dal pilota australiano nella classifica mondiale prima della prova da disputarsi in Repubblica Ceca. Bayliss a Brno riesce a conquistare sia la pole position che il successo in entrambe le manche. Nella gara successiva, sul Circuito di Brands Hatch, parte ancora in pole ma raggranella un secondo posto in Gara 1 ed un dodicesimo in Gara 2. Dopo un mese di pausa il circo della SBK torna in pista a Donington Park, dove molti piloti, tra cui Bayliss, espongono un adesivo in memoria dello sfortunato Craig Jones, pilota di Supersport che è perito nella gara precedente a Brands Hatch. Durante tutto il weekend è la pioggia la vera protagonista; l'australiano ottiene la pole davanti ad un nutrito gruppo di wild card proveniente dal locale campionato di SBK. La prima manche viene una prima volta interrotta e poi ripresa, in seguito nuovamente accorciata a causa delle mutevoli condizioni atmosferiche; Bayliss comunque se la aggiudica per somma di tempi. In gara 2 si deve invece ritirare dopo una scivolata. Il round successivo, a Vallelunga, potrebbe regalare il titolo a Bayliss che inizia il weekend stabilendo la pole position, ma nella prima frazione l'australiano non va oltre la sesta posizione. In gara due cade alla terzultima curva rimandando la vittoria del titolo. A Magny Cours Troy scatta dalla terza posizione e dopo una bella partenza opta per una condotta prudente, incentrata solo all’ottenimento del titolo, vince Haga seguito dallo spagnolo Fonsi Nieto. Il terzo gradino del podio è più che sufficiente per assicurarsi il titolo con tre manche di anticipo. Alcuni meccanici della casa di Borgo Panigale fanno indossare al loro pilota un casco celebrativo che ripercorre la storia dei suoi tre titoli con tre Ducati diverse ed una maglietta con la scritta “3mendo”. In gara 2 si aggiudica la nona vittoria stagionale, portando anche il titolo costruttori alla Ducati. L'ultima gara in moto della carriera di Troy Bayliss si terrà sul nuovo ed esaltante circuito portoghese di Portimao. Troy si presenta in Portogallo in sella alla nuova Ducati 1098 f09, destinata ai piloti della squadra ufficiale della prossima stagione e sfoggiando una livrea dedicata che sarà poi quella che caratterizzerà la 1098 di serie a lui dedicata, che la casa di Borgo Paniagale metterà in vendita in edizione limitata. In condizioni di maltempo Bayliss conquista l’ultima pole della carriera davanti al britannico Crutchlow che partecipa a questa gara assieme al compagno di scuderia Haslam in qualità di wild card. In gara uno Troy si aggiudica la decima vittoria stagionale, precedendo sul traguardo Checa e Corser. Stesso epilogo vittorioso anche per Gara 2. Il podio è quasi commovente con Bayliss accompagnato sul podio dalla moglie e dai suoi festanti figli, oltre che dal fedele compagno di squadra Michel Fabrizio e da Leon Haslam che ha concluso terzo la gara, mentre in campionato alle spalle del tre volte iridato conclude il compatriota Corser, davanti all' ex ducatista Noriyuki Haga.
Pur non vincendo, l'australiano a Monza lascia il segno grazie ad uno fra i più grandi sorpassi che si possano ricordare nella storia del motociclismo, sul rettilineo d'arrivo transita al 4° posto, davanti ha Edwards, Chili, Yanagawa e, prima della staccata, anche Haga (che gli era alle spalle) lo sopravanza, alla prima variante (dopo un rettilineo da 300 km/h) compie un sorpasso che resterà negli annali: con una incredibile staccata Bayliss supera tutti e nello spazio di una curva passa dal 5° al 1° posto. Conclude sia gara 1 che gara 2 al quarto posto, ma la sua condotta di gara gli vale la conferma ed un ingaggio nel mondiale per tutta la stagione, venendo designato di fatto, sostituto di Fogarty. Al termine della stagione si posiziona sesto in classifica generale (pur avendo saltato 6 prove del mondiale), ottenendo ben 9 podi e 2 vittorie (ad Hockenheim e a Brands Hatch). Nel 2001 sempre in sella alla Ducati 996 R del team Ducati Infostrada, si laurea campione del mondo, salendo ben 15 volte sul podio, ottenendo la matematica certezza del titolo mondiale addirittura prima del termine della stagione. Ad Imola, ultimo gran premio stagionale, si presenta già da campione del mondo, però in gara-1 cade rompendosi la clavicola (mentre era in bagarre con l'Aprilia RSV 1000 di Regis Laconi) e non potrà festeggiare il finale di stagione nel miglior dei modi. Nel 2002 ancora più incisivo della stagione precedente, nei primi 3 round si aggiudica 6 manche, un bottino pieno, dove lui e la 998 F 02 non lasciano spazio ad altri piloti, fino a che Edwards con la Honda VTR 1000 SP2, riapre la lotta per il titolo mondiale. Dal Gran premio di Laguna Seca Edwards inizia una lunga serie di vittorie consecutive, 9 per precisione, e Bayliss pur avendo un buon margine di vantaggio incappa in una caduta in gara due ad Assen, mentre il rivale effettua il sorpasso nella classifica generale. Come se non bastasse Bayliss incappa anche in un incidente in qualifica a Brands Hatch con il compagno di squadra Ruben Xaus. A Imola davanti a 100.000 persone, all'ultimo round, Bayliss ha 1 punto di svantaggio su Edwards. I due danno vita ad una lotta serratissima che porta questa gara ad essere una tra più belle che il campionato ricordi. Edwards forte della sua classe e sicuro della sua moto vince entrambe le manche e si laurea campione del mondo per la seconda volta, ed a Bayliss non resta altro che accontentarsi del secondo posto. Nel 2003 esordisce in MotoGP sempre con la Ducati, la moto è la Desmosedici GP3, un V4 a L da 989 cm/C, affiancato dall'espertissimo pilota italiano Loris Capirossi. Si presenta alla prima gara a Suzuka classificandosi quinto in gara, in tutta la stagione raccoglie tre podi ed a fine campionato si posiziona sesto nella classifica generale piloti. Nel 2004 nuova stagione e nuova moto, la Desmosedici in versione GP4 si presenta completamente rinnovata, ma l'innovazione portata da Ducati non ottiene i risultati sperati per gran parte della stagione. L'australiano fatica in ogni pista, anche a Phillip Island, solo a Valencia, ultima gara stagionale, guadagna il suo unico podio in rimonta, ma perde comunque il posto in sella alla moto di Borgo Panigale, sostituito, per l'anno successivo, da Carlos Checa. Chiude 14esimo assoluto in un campionato vinto ancora da Valentino Rossi. Troy Bayliss nel 2005 nella sua ultima stagione in MotoGP cambia moto passando alla in Honda RC211V 5 cilindri del Team Pons. Lo scarso feeling con la moto non lo porterà mai a conquistare buoni risultati, inoltre a tre gare dal termine si infortuna al polso in allenamento, rompendolo in più punti e abbandonando la stagione prima del termine del campionato. Per lui il miglior risultato è un 5° posto nel GP degli Stati Uniti concludendo 15esimo nella graduatoria finale. Nel 2006 Davide Tardozzi, suo ex team manager, riesce a riportarlo nel mondiale SBK, nella squadra dove ha già vinto il mondiale. La nuova moto, la 999, è già stata campione del mondo 2003 e 2004 sia marche che piloti, con Hodgson prima e Toseland poi, ma nel 2005 soffre la velocità e la potenza delle rivali giapponesi a 4 cilindri (in virtù anche del fatto che in quest'anno vengono ridotte le limitazioni agli airbox delle 4 cilindri), in modo particolare Suzuki e Yamaha. Bayliss da quella marcia in più alla 999 F06 che gli permette di conquistare in modo apparentemente agevole il suo secondo titolo mondiale con tre gare d'anticipo. Con il mondiale ormai in tasca, a fine stagione si trova a dover sostituire per la terza volta in carriera un pilota infortunato, Sete Gibernau, pilota ufficiale Ducati MotoGP, nell'ultima gara del campionato a Valencia. Bayliss all'inizio non voleva neanche partecipare, dato che considerava ormai conclusa la sua esperienza in MotoGP, ma alla fine, anche per riconoscenza verso la Ducati, accetta. Il titolo di campione del mondo MotoGP è ancora da assegnare, e vede la lotta fra Valentino Rossi con la Yamaha M1 e Nicky Hayden con la Honda RC211V. Bayliss fin dalle prove del venerdì mattina è veloce, conquista il secondo posto in griglia e vince la gara (davanti al suo vicino di casa Loris Capirossi, che non tenterà l'attacco perché, visto il piazzamento di Marco Melandri, è già sicuro del terzo posto finale in classifica generale), nello stupore generale. La vittoria fu una vera impresa in quanto l'australiano non guidava una MotoGP da quando aveva lasciato la categoria due anni prima, ed inoltre era alla sua prima uscita assoluta con le gomme Bridgestone.
Bayliss è diventato così il primo pilota nella storia del motociclismo a vincere almeno una gara sia in MotoGP che nel mondiale Superbike nella stessa stagione, ed il primo ed unico campione del mondo SBK a trionfare in MotoGP. Nel 2007 corre da campione del mondo, ma sempre con il numero 21 sul cupolino: l'ultima volta con il numero 1 di campione ha perso il mondiale per appena 11 punti (vincendo 3 gare in più del campione del mondo 2000 Edwards in sella alla Honda VTR). La 999F07 (poco aggiornata rispetto alla F06 dal reparto corse in quanto già al lavoro sulla 1098 F08) non ha la potenza delle 1000 giapponesi e Bayliss in alcune occasioni fatica per tenere il passo dei rivali. Lotta comunque per tutto il campionato dimostrando di essere competitivo, ma una caduta a Donington gli pregiudica la stagione, dato che dovrà saltare entrambe le manche dell'appuntamento inglese. A seguito della caduta riporta una profonda ferita al mignolo della mano destra, e per essere in pista già dalla gara successiva decide di farsi amputare la falange menomata. La stagione prosegue a buoni livelli, Bayliss riesce a vincere sei manche e conquista cinque podi. Alla fine del campionato si classifica quarto, dietro a Biaggi, Haga e Toseland, che si laurea campione del mondo per la seconda volta con 43 punti di vantaggio sul pilota australiano della Ducati. Nel 2008, ha annunciato che questo sarà il suo ultimo anno di corse, l’ultima possibilità di aggiudicarsi il terzo titolo superbike e l’unica chance per ottenere questo primato in sella a tre Ducati di diversa generazione. È proprio della casa di Borgo Panigale la grande novità dell’anno, con l’avvento della nuova 1098R in sostituzione della 999 che viene affidata nel team ufficiale Ducati Xerox all’australiano ed al suo nuovo compagno di squadra Michel Fabrizio. Nella prima gara a Doha la pole position va a Troy Corser, mentre Bayliss si deve accontentare di un settimo tempo. In Gara-1, dopo un duello con Biaggi che si risolve solo alla penultima curva, vince la prima gara sulla nuova Ducati. In Gara-2 giunge quarto ed è protagonista di un contatto col compagno di squadra Michel Fabrizio. Il secondo appuntamento si tiene in Australia e nonostante un incidente si aggiudica la pole position. In Gara 1, fermata e poi ripresa, conquista la vittoria; stessa cosa nella successiva Gara 2. Dopo un mese di pausa si torna in pista a Valencia, gara uno vede Bayliss classificarsi secondo alle spalle dell'ex compagno di squadra Lanzi; stessa posizione, ma alle spalle del giapponese Haga anche nella seconda manche. Al successivo gran premio, in Olanda, il pilota del team Ducati Xerox vince entrambe le manche, come già accaduto in Australia. L’appuntamento successivo si tiene sulla storica pista di Monza: dopo la pole position l’australiano si classifica terzo nella prima manche e si ritira nella seconda. Registra un doppio ritiro anche nella prova disputata negli Stati Uniti d'America, sul nuovo circuito statunitense di Miller. Al Nurburgring conquista un secondo e un quarto posto. In Italia, a Misano Adriatico, due terzi posti con Neukirchner che si trova ad una quarantina di punti dal pilota australiano nella classifica mondiale prima della prova da disputarsi in Repubblica Ceca. Bayliss a Brno riesce a conquistare sia la pole position che il successo in entrambe le manche. Nella gara successiva, sul Circuito di Brands Hatch, parte ancora in pole ma raggranella un secondo posto in Gara 1 ed un dodicesimo in Gara 2. Dopo un mese di pausa il circo della SBK torna in pista a Donington Park, dove molti piloti, tra cui Bayliss, espongono un adesivo in memoria dello sfortunato Craig Jones, pilota di Supersport che è perito nella gara precedente a Brands Hatch. Durante tutto il weekend è la pioggia la vera protagonista; l'australiano ottiene la pole davanti ad un nutrito gruppo di wild card proveniente dal locale campionato di SBK. La prima manche viene una prima volta interrotta e poi ripresa, in seguito nuovamente accorciata a causa delle mutevoli condizioni atmosferiche; Bayliss comunque se la aggiudica per somma di tempi. In gara 2 si deve invece ritirare dopo una scivolata. Il round successivo, a Vallelunga, potrebbe regalare il titolo a Bayliss che inizia il weekend stabilendo la pole position, ma nella prima frazione l'australiano non va oltre la sesta posizione. In gara due cade alla terzultima curva rimandando la vittoria del titolo. A Magny Cours Troy scatta dalla terza posizione e dopo una bella partenza opta per una condotta prudente, incentrata solo all’ottenimento del titolo, vince Haga seguito dallo spagnolo Fonsi Nieto. Il terzo gradino del podio è più che sufficiente per assicurarsi il titolo con tre manche di anticipo. Alcuni meccanici della casa di Borgo Panigale fanno indossare al loro pilota un casco celebrativo che ripercorre la storia dei suoi tre titoli con tre Ducati diverse ed una maglietta con la scritta “3mendo”. In gara 2 si aggiudica la nona vittoria stagionale, portando anche il titolo costruttori alla Ducati. L'ultima gara in moto della carriera di Troy Bayliss si terrà sul nuovo ed esaltante circuito portoghese di Portimao. Troy si presenta in Portogallo in sella alla nuova Ducati 1098 f09, destinata ai piloti della squadra ufficiale della prossima stagione e sfoggiando una livrea dedicata che sarà poi quella che caratterizzerà la 1098 di serie a lui dedicata, che la casa di Borgo Paniagale metterà in vendita in edizione limitata. In condizioni di maltempo Bayliss conquista l’ultima pole della carriera davanti al britannico Crutchlow che partecipa a questa gara assieme al compagno di scuderia Haslam in qualità di wild card. In gara uno Troy si aggiudica la decima vittoria stagionale, precedendo sul traguardo Checa e Corser. Stesso epilogo vittorioso anche per Gara 2. Il podio è quasi commovente con Bayliss accompagnato sul podio dalla moglie e dai suoi festanti figli, oltre che dal fedele compagno di squadra Michel Fabrizio e da Leon Haslam che ha concluso terzo la gara, mentre in campionato alle spalle del tre volte iridato conclude il compatriota Corser, davanti all' ex ducatista Noriyuki Haga.