Giancarlo Falappa, l’uomo, il pilota, la leggenda.


Giancarlo Falappa è tra i piloti più rappresentativi della storia della Sbk, nel cuore degli appassionati di motociclismo per le sue memorabili imprese. Sul suo nome si è tutti d’accordo: è una leggenda vivente. Attraverso i social network, abbiamo fatto delle domande on line al Leone di Jesi.

 
Hai esordito sulla Bimota: cosa ricordi di quella esperienza?

In Bimota fui assunto come operaio tornitore di officina. Guidavo il tir adibito al trasporto di moto e arrivavo sui circuiti per primo. Montavo l’hospitality e attendevo che arrivassero gli altri, in compagnia di quelli che, poi, sono stati i migliori tecnici che abbia avuto, Massimo Bracconi e Bruno Leoni, oggi impegnati nel progetto Ducati MotoGp

Hai entusiasmato gli appassionati di tutto il mondo su un’altra italiana, la Ducati. Cosa ricordi di quegli anni?

Che volevo guidare lo Scania Ducati per non far spendere soldi al team! Durante la stagione 1993 ero in testa al mondiale e a un certo punto litigai con il mio manager. Quando seppi che era anche il proprietario del team, iniziai a correre controvoglia. A fine stagione parlai con i proprietari della Ducati e dissi loro che la Honda mi aveva offerto un contratto, ma volevo continuare a correre con la Ducati, in quanto italiana. C’era, però, una condizione: senza quel manager. Ducati accettò e con Carl Fogarty entrai a far parte della squadra di Virginio Ferrari. Tra le Ducati che ho guidato, la 916 era quella che più mi piaceva. La testai nell’inverno del 1993 e l’anno dopo, quello del debutto, divenne subito campione del mondo”.

L’avversario più difficile che hai incontrato?

Tutti e nessuno”.

Come è cambiata la Sbk nel corso degli anni?

Negli ultimi dieci anni si è invippita, anche se ultimamente s’intravede un ritorno alle origini genuine”.

C’è un pilota della Sbk di oggi che ti piace?

Rea! Lo avevo consigliato alla Ducati, ma era già bloccato. Se è andato forte a Phillip Island, circuito che non gradisce, figuriamoci sulle altre piste. Mi piace anche Chaz Davies”.

Grazie leggenda!


Alfredo Di Costanzo