L’occasione era di quelle ghiotte e Danilo Petrucci non se l’è fatta sfuggire, chiamato dalla Ducati il ternano ha provato per due giorni la Ducati GP12 sul circuito del Mugello affiancando il collaudatore Franco Battaini. Un bell’attestato di stima da parte di Borgo Panigale e “per
prima cosa voglio ringraziare Filippo Preziosi per avermi dato questa
opportunità, spero di non averlo deluso, e Giampiero Sacchi per il via
libera” sono state le prime parole di Petrux al termine dei test.
Tempi e indiscrezioni su cosa ha provato Danilo sono top secret, “mi hanno detto di non rivelare niente – ha confessato candidamente – ma ho fatto veramente tanti chilometri, circa 750. Purtroppo non ero in perfetta forma con la schiena,
a causa della botta presa nell’ultima caduta, e non sono riuscito a
fare la simulazione di Gran Premio che avevamo previsto, ma è andata
bene”. Inevitabile chiedergli un confronto tra CRT e prototipi: “questa è stata la prima MotoGP che ho provato – ha spiegato - la mia moto è più simile a una Superbike, e l’emozione è stata incredibile. Con la Desmosedici in rettilineo sembra di entrare nella quarta dimensione, e arrivare alla San Donato ai 340 Km/h con la ruota anteriore che galleggia è impressionante”.
Le
stesse impressioni Danilo le ha raccontate anche a Ellison in un
divertente scambio di battute su Twitter. L’inglese ha commentato: “sembra divertente. Sicuramente adesso a Laguna Seca la tua moto ti sembrerà rotta”. E Petrux gli ha risposto, con ironia: “è da febbraio che penso che la mia moto sia rotta”. Commenti che spiegano più di tanti numeri e statistiche quale sia la differenza tra CRT e MotoGP.
Petrucci ha dovuto anche modificare il suo stile di guida. “Non puoi usare i riferimenti della CRT – ha sottolineato – e anche le traiettorie devono essere cambiate. C’è tanta potenza in più e devi
rialzare presto la moto in uscita di curva per spalancare presto il
gas, poi l’elettronica ti aiuta tantissimo. Anche la mia posizione in
sella ho scoperto non essere adatta, avendo meno cavalli sono
abituato a mettermi in carena in uscita, ma se facevo così con la Ducati
la moto si impennava tantissimo. I tecnici mi hanno prima aiutato
tagliando un po’ di potenza, ma già nell’ultimo giorno avevo imparato a risolvere il problema con gli spostamenti del corpo”.
Facendo un salto indietro nel weekend di gara, Petrux ha potuto
“mettersi nei panni” di Stoner al momento dell’incrocio di traiettorie
che aveva fatto arrabbiare l’australiano. “Effettivamente adesso capisco meglio il suo punto di vista – ha scherzato – ma l’importante è che ci siamo chiariti e rimarrò sempre un tifoso di Casey”.
Non si sa ancora se questo test con la rossa sarà un’occasione isolata o se ne seguiranno altri. “I piani iniziali erano farne altri, ma per adesso non c’è niente di confermato – ha specificato – L’importante è che Preziosi e tutti i tecnici mi sono sembrati contenti del mio lavoro, li ho visti molto positivi.
Ho confermato le impressioni sulla Desmosedici che avevano dato anche
gli altri piloti e sono subito riuscito a capire quali modifiche
facevano sulla moto anche quando non me le specificavano”. Un piccolo esame per Petrucci, passato a pieni voti.