Perché Valentino Rossi e Ducati non vincono?
Questa è la domanda che tutti si pongono e in tanti provano a dare una risposta, c’è chi dice che la “colpa” è di Valentino Rossi (che non è riuscito a renderla competitiva come fece con la Yamaha nel 2004) chi invece accusa la Ducati (per non avere saputo assecondare le indicazioni del Dottore), altri invece dividono le colpe al 50%, spesso sono solo i soliti discorsi da bar.
E’ invece molto interessante l’opinione (una vera lezione di teoria tecnica) espressa dall’Ingegnere Jan Witteveen, mitico progettista di tante moto che hanno vinto decine di titoli mondiali: come Aprilia, Gilera, Bimota, Cagiva, Husqvarna ecc.
Jan Witteveen nell’ultimo numero del mensile Riders Magazine, in edicola in questi giorni, analizza ogni particolare del binomio italiano, partendo dal pilota, Valentino Rossi, che secondo l’ingegnere non può essere messo in discussione, in quanto appena ha avuto la possibilità di lottare per il podio (gara con pista bagnata) ha dimostrato di essere ancora un top rider.
Jan Witteveen analizzando il propulsore della Desmosedici, trova solo alcune lacune, principalmente nella trasmissione, nel cambio che rispetto alla concorrenza Honda, che utilizza un sistema “zero shift”, ha qualcosa in meno e perde in accelerazione, poiché ha dei brevissimi attimi in cui la moto perde trazione tra una marcia e l’altra.
Jan Witteveen rileva una evidente differenza nella ciclistica, ma essendo ormai le sospensioni uguali per tutti, individua nel telaio il problema della Ducati, problema ma non colpa, infatti l’Ingegnere non boccia nemmeno il sistema del “motore portante” ma indica che è la scarsa esperienza nella progettazione di un telaio a doppia trave, stile Japan, il problema che stà penalizzando la casa di Borgo Panigale e i suoi piloti.
Problema ma “non colpa” perché Jan Witteveen indica come colpevole della non competitività del binomio Rossi Ducati nientemeno che il “Regolamento della MotoGp” nella fattispecie nella “Regola della Monogomma”.
Jan Witteveen incolpa la monogomma perché non può essere “giusta” per tutte le moto, qualcuno va meglio (la Yamaha quest’anno), qualcuno va peggio (la Ducati), qualcuno così-così (vedi Honda). Il problema per la Ducati, non è quello di “dover per forza accontentare” le richieste di Valentino, ma è quello di “doversi omologare” come dice Jan Witteveen su Riders Magazine, ai telai stile Japan, cercando di avvicinarsi a quello della Yamaha, che da decenni fa scuola.
Il regolamento, per contenere certi costi ha imposto la monogomma, costringendo i costruttori ad adeguarsi a quelle specifiche, spendendo forse più soldi, tanto che la Ducati in un anno è passata dal “motore portante” con attacchi in carbonio, agli attacchi in alluminio, poi a un primo telaio a doppia trave in alluminio, poi ad un secondo, senza comunque risolvere il problema della trazione o della mancanza di feeling sull’anteriore… Anche la Honda al momento è stata costretta ad utilizzare il telaio 2013… Secondo Jan Witteveen la Ducati avrebbe speso meno se avesse avuto un costruttore di gomme personalizzato, con cui sviluppare gli pneumatici adeguati alla propria ciclistica, come avvenne con successo nel 2007.
Non si può perciò accusare Valentino Rossi se non vince, ma nemmeno la Ducati che comunque ci sta mettendo il massimo del suo impegno, per inseguire il miglior compromesso del suo nuovo telaio (senza esperienza in merito) con la monogomma.
Fonte: f1passion.it