Il “canguro” chiude così nell’apoteosi il luminoso week end di Phillip Island: vittoria (la quinta consecutiva) e titolo mondiale (il secondo) in anticipo, a suggello di una stagione dominata dall’alto di una indiscutibile classe e di uno straordinario feeling con una Honda a prova di bomba.
Neppure l’immancabile scroscio d’acqua finale ferma la trionfale e spettacolare cavalcata del fuoriclasse australiano e la parata delle moto della Casa alata, ai primi quattro posti.
Sventola alta anche la bandiera tricolore grazie al secondo e terzo posto di Simoncelli e Dovizioso, protagonisti di un duello di tutto rispetto a danno di Dany Pedrosa, solo quarto. L’acquazzone invece bagna le ali all’ottimo Bautista, a gambe all’aria proprio nel finale.
La foga toglie invece ogni speranza a Rossi, a terra a metà gara dopo due bei sorpassi a danno del compagno di squadra Hayden (settimo) e del pilota della Suzuki. Il nove volte campione del Mondo merita oggi l’onore delle armi: ha dimostrato, se non altro, di non essere privo né di orgoglio né di volontà di riscossa. La ennesima caduta stagionale, però, rilancia i dubbi sullo “smalto” attuale del pilota della Ducati, i cui livelli di competitività restano a dir poco inadeguati.
La MotoGP così non brilla, anzi delude: non può accontentarsi di una sola “stella” in pista: vale oggi per Stoner, come valeva ieri per Rossi.
da motoblog.it